mercoledì 20 luglio 2011

10 - il dono di Rekla

Rekla, nel buio, vegliava. ripensava a quando, qualche ora prima, aveva perso la testa e aveva massacrato Dubhe  a calci. Aveva quasi rischiato di compromettere la missione, eppure c'era qualcosa di dolce in  quel ricordo, la stessa sensazione che ora la teneva  svegliava. Spiava il respiro della ragazza, studiandone la sofferenza. Perchè doveva soffrire, lo sapeva. attendeva i suoi gemiti con piacere. non riusciva neppure a ricordare la prima volta che si era dilettata della sofferenza altrui. Era qualcosa di profondamente radicato nella sua natura, tanto che aveva quasi dimenticato come fosse iniziata. Forse era stato per gioco. Nel villaggio della Terra  del Mare da cui proveniva, le capitava a volte di seguire i ragazzini più grandi. Non era molto popolare tra loro, per questo finiva per spiarli da lontano, senza mai unirsi al gruppo. ogni tanto, quando sembrava che si annoiassero, li vedeva prendersela con qualche animale. Li osservava tagliare le zampe ai grilli, strappare le ali alle farfalle, li ascoltava ridere. C'era qualcosa in quegli spettacoli che finiva sempre per affascinarla. La figa disperata delle vittime, la loro impotenza e la vitalità che mostravano sempre, quell'ottuso rifiutarsi di soggiacere alla tortura aggrappandosi strenuamente alla vita. Cominciò allora a farlo anche lei, in solitudine. Capiva che per gli altri era diverso. Buly, Granda e i loro amici si abbandonavano a quel gioco quando erano in compagnia, era un rito di gruppo. Tutti ne ridevano insieme, tutti si sentivano forti. Ma lei non  poteva stare con loro. Per qualche strana ragione non riusciva a legare con nessuno. Era troppo timida per attaccare bottone, e la paura di essere da meno degli altri, il timore di dire o fare qualcosa di sbagliato, finivano sempre per paralizzarla. Ma soprattutto era il resto del mondo a non volerla. Perchè non parlava mai, e perché tutti sapevano quel che succedeva a casa sua. La sua famiglia non era ben vista, e la loro storia era risaputa. Solo lei, Rekla, si rifiutava ancora di accettare la verità.

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